Evidenze per il trattamento del dolore con il biofeedback e il neurofeedback
Breve introduzione di inquadramento
La terapia del dolore è, per definizione, multidisciplinare e lo è anche nelle metodiche e nei mezzi utilizzati nei trattamenti. Per certi aspetti possiamo considerare centrale la complementarietà delle diverse professionalità (medico, psicologo, infermiere, fisioterapista), dei diversi ausili (procedure invasive e non) e dei metodi (farmacologici, psicologici, manuali). Tra gli strumenti e gli approcci appartenenti alla classe non farmacologica e non invasiva vi sono il biofeedback e il neurofeedback.
Il biofeedback (BFB) è uno strumento che misura e fornisce informazioni al paziente su alcuni parametri fisiologici, allo scopo di renderlo più cosciente di essi e di poterli gradualmente controllare tramite un training specifico. Classicamente viene definito come un condizionamento operante della propria fisiologia attraverso un sistema di retroazione alla risposta, un feedback audio/video, combinato o tramite la realtà virtuale (VR) (Schwartz & Andrasik, 2016). Differenti modalità BFB vengono utilizzate a seconda dei sintomi o della condizione dell'individuo, tra le quali vi sono: la riduzione della frequenza respiratoria (FR), l’aumento della variabilità della frequenza cardiaca (HRV); la modulazione dell’elettromiografia di superficie (sEMG), della conduttanza cutanea (GSR) o della temperatura (TEMP). I parametri generalmente vengono monitorati in parallelo (es. FR e HRV) proprio per meglio favorire le capacità autoregolatorie del paziente. Un tipico training BFB si sviluppa tra le 8 e le 20 sedute a cadenza bisettimanale o settimanale con una durata per seduta tra i 30 e i 45 minuti. ... continua a leggere su Dolore aggiornamenti clinici 2/2020
Alessandro Failo, Psicologo-psicoterapeuta
Ambulatorio di reumatologia pediatrica e dell’adolescenza, Ospedale di Bolzano
23 settembre 2020