Indagine sul percorso diagnostico e terapeutico del dolore nella Continuità Assistenziale
Segnaliamo la pubblicazione su Annali di Igiene di uno studio sul percorso diagnostico e terapeutico del dolore in ambito di Continuità Assistenziale. L'idea dello studio è nata dalla considerazione che la Legge n° 38 del 15 marzo 2010 garantisce e regolamenta, per i pazienti che ne hanno necessità, l’accesso alla rete delle cure palliative e della terapia del dolore. Nella legge sono individuate le figure professionali coinvolte nel progetto, assegnando un ruolo rilevante ai medici di medicina generale (MMG), per i quali è stato previsto un importante piano formativo per accrescere e approfondire le conoscenze in questo specifico ambito clinico. Ma se il ruolo del MMG nella rete della terapia del dolore e delle cure palliative è ben definito, non si può dire altrettanto per il medico di Continuità Assistenziale (CA), nonostante l’elevato numero di pazienti che si rivolge ai Servizi di CA per risolvere sintomatologie dolorose di varia natura.
Lo studio ha avuto quindi la primaria finalità di indagare il ruolo rivestito dal medico di CA nell’ambito della rete assistenziale della terapia del dolore, rilevando le caratteristiche dei pazienti che si rivolgono al servizio di CA per problematiche inerenti il dolore, in termini di problema non differibile, e le risposte mediche loro fornite.
Con l’aiuto del Dottor Luigi Fusco, medico di CA, è stata condotta un’indagine conoscitiva presso il Servizio di CA, sede dell’Aquila, ASL-01 Abruzzo. A tale scopo il medico di turno registrava, su un questionario opportunamente predisposto, i dati dei pazienti che si rivolgevano al Servizio di CA per un problema di dolore. Il periodo di osservazione ha avuto una durata complessiva di 68 giorni.
Sono state compilate 165 schede e tra i risultati più interessanti si è visto che le donne risultavano più rappresentate rispetto agli uomini (57,6% vs 42,4%) e la classe di età 36-65 appariva quella maggiormente presente (47,9%). Tra le motivazioni più frequenti per il ricorso al Servizio c’era il “dolore di origine muscolo-scheletrica” (58,2%), seguito dal dolore addominale (15,8%).
Il dolore nella maggioranza dei pazienti durava da giorni (53,9%), con una media di circa 3 giorni (3,1± 2,9), e per il 40% da ore, con una media di oltre 6 ore (6,54±3,1). L’88,5% dei pazienti ha definito il livello di dolore provato come “severo” (NRS=7-10).
Il 66,1% dei pazienti ha dichiarato di avere assunto analgesici in maniera autonoma, e i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), sono risultati i farmaci più frequentemente assunti (53,5%).
I pazienti che si sono rivolti al Servizio di CA hanno ricevuto nella quasi totalità dei casi una prescrizione farmacologica. In particolare, i FANS sono stati i farmaci più prescritti (64,8%), seguiti dai miorilassanti (29,7%). Tra i farmaci oppioidi, invece, il più rappresentato era il tramadolo, che è stato prescritto nel 7,9% dei casi. Solo il 6,1% dei pazienti è stato inserito nella rete territoriale della terapia del dolore.
L’auspicio che scaturisce da queste osservazioni è il maggior coinvolgimento dei medici di CA nei percorsi clinici e formativi della terapia del dolore, per garantire una migliore assistenza ai pazienti con patologia algica e per favorire una più efficace attuazione della L. 38/2010.
I risultati preliminari di questo studio sono stati, peraltro, presentati come Poster al 43° Congresso Nazionale AISD e il lavoro ha vinto il premio “ Miglior Abstract”.
Alba Piroli
Riferimento bibliografico e testo completo:
Piroli A, Leuter C, Fusco L, Bicciré D, Paladini A, Testa R, Marinangeli F.
Diagnostic and therapeutic pathway for pain in a Continuing Care setting: a survey at an Italian Continuing Care Service.
Ann Ig. 2022 Jan-Feb;34(1):84-96. doi: 10.7416/ai.2021.2472. PMID: 34698764.