La "magia" dell'idroterapia nel dolore cronico. Il punto di vista del paziente, il punto di vista del medico
Il punto di vista del Paziente
Ci scrive Valeria T.: “Tutto comincia quando, dopo tanti anni di dolore cronico, sono arrivata finalmente a un momento in cui il dolore è stato controllato maggiormente grazie a una terapia (non immaginatevi chissà quali benefici, nel dolore cronico sono sempre piccoli, quasi impercettibili, ma ci possono essere!) e ho quindi colto la palla al balzo per iniziare idroterapia, sotto consiglio medico. Ero spaventata perché molti anni fa, quando tutto iniziò, non aveva fatto che peggiorare la situazione, anche per via della poca conoscenza da parte del medico e del fisioterapista, oltre che del momento sbagliato.
Questa volta, però, ho più fiducia nel mio corpo e sono così motivata da aver aiutato me stessa prima ancora di iniziare. Ciò ha permesso di avere grande fortuna nell'esito delle sedute, grazie anche a una fisioterapista molto più competente, che mi ascolta e comprende quanto, con tale dolore, non ci si può permettere di farsi prendere dalla fretta, di pensare di fare tutto subito, di pensare di vedere miglioramenti all'istante e di forzare il corpo oltre ogni limite. Anche perché il limite nel dolore cronico è molto vicino e permette di compiere veramente poche attività, specialmente all'inizio. Ma queste "poche attività", sono in realtà enormi vittorie, traguardi che danno il via ad una linea crescente che, come consuetudine, avrà degli alti e bassi, perché purtroppo succede e non bisogna negarlo, ma sono alti e bassi che non dovranno mai e poi mai essere presi come una sconfitta demoralizzante. Saranno solo un modo del nostro corpo di compiere il suo percorso di riadattamento, come un bambino che deve imparare a camminare o leggere.
Dunque, ciò che più conta nel processo di ripresa generale, ma a maggior ragione nell'idroterapia, è viverla come una splendida avventura. Una volta che iniziate con il piede giusto, sarà qualcosa di meraviglioso: l'acqua calda, lo sguazzarci dentro, porteranno il vostro corpo a rilassarvi veramente e a compiere dei movimenti che sulla terraferma non riuscireste a compiere, almeno all'inizio. Sarà un modo per rieducarvi prima senza gravità e, poi, piano piano, per permettervi di ricominciare anche con il carico. Per il dolore cronico e non solo, questa tipologia di riabilitazione dovrebbe, secondo me, essere molto più conosciuta e utilizzata, perché ha dei giovamenti dal punto di vista del benessere bio- (ovviamente l'aspetto fisico), psico- (il rilassamento grazie all'acqua porta a una pace interiore e al tempo stesso a una fierezza nei risultati che sono tangibili molto più nell'acqua appunto, piuttosto che al di fuori) e sociale (perché uscire per andare in piscina, incontrare gente, ricominciare ad avere un ritmo e routine fuori di casa, è una grande vittoria).
Ricapitolando, la motivazione e la fiducia nel vostro corpo vi porteranno a rendere questa esperienza una delle più belle della vostra vita, vi faranno sentire in parte come se foste già sani, perché vedrete il vostro corpo fare dei movimenti che non credevate possibili, grazie all'assenza di gravità. Oltretutto, senza troppa paura, proprio perché nell'acqua il rischio di farsi veramente male, di cadere o tutto il resto è meno possibile. Questo non vuol dire però, buttarsi a svolgere esercizi estenuanti, perché l'acqua stanca e il corpo ha bisogno di piccolissimi passi, passi che per una persona sana non saranno quasi visibili, ma per noi saranno come scalare l'Everest e un grande successo.
Questa esperienza è iniziata grazie al mio medico, che mi ha consigliato tale terapia, ma costringendo sia me che la fisioterapista a non forzare minimamente l'attività, iniziando piuttosto con pochi minuti e vedere, nel tempo, tramite la reazione del corpo, come comportarsi. Ricordo la sua frase quando mi ha detto che il primo giorno di idroterapia, l'unica cosa che avrei dovuto fare sarebbe stata letteralmente entrare in acqua e basta, quello sarebbe stato l'unico passo da compiere, per farmi comprendere la cautela che, in situazioni come la mia e in generale nel dolore cronico, è necessaria. Perciò, consiglio con tutto il cuore di godervi al massimo questa esperienza se mai avrete la fortuna di poterla svolgere e di non avere paura né del dolore né delle possibili ricadute, perché anche se ci saranno, saranno momenti passeggeri prima di una nuova luce. Questi movimenti sono utilissimi nel dolore cronico perché, anche se sembra spesso paradossale, il movimento è l'arma migliore per combattere il dolore, bisogna solo imparare come affrontarlo e come svolgerlo nel modo corretto e graduale. Conoscere il proprio corpo e avere fiducia nelle sue capacità saranno il segreto della vostra vittoria”.
Il punto di vista del Medico
L’uso terapeutico dell’acqua è noto fin dalle epoche più remote. Nella Roma antica molte strutture erano dedicate all’utilizzo delle acque a fini terapeutici e per il benessere delle persone. Da un punto di vista medico l’impiego curativo dell’acqua si divide in idroterapia, che indica sistemi di cura con acqua somministrata attraverso stimoli termici (caldo-freddo), meccanici (maggiore o minore pressione e/o attrito) o chimici (sostanze aggiunte all'acqua) e in balneoterapia, che è un insieme di trattamenti che hanno come utilizzo primario l'acqua termale, ma anche fanghi, acque minerali o di mare per favorire il rilassamento e ridurre il dolore muscolare e articolare. L'uso dell'acqua in varie forme e a varie temperature può produrre effetti diversi su diversi sistemi del corpo. Gli studi e le revisioni disponibili in passato avevano riportato gli effetti dell'idroterapia/balneoterapia solo su pochissimi sistemi e patologie. Tuttavia, una revisione di letteratura del 2014 ha suggerito che l'idroterapia possa avere un effetto terapeutico con evidenza scientifica rilevante su vari sistemi corporei (Mooventhan A et al, N Am J Med Sci. 2014). Alcuni studi hanno inoltre focalizzato la loro attenzione sull’utilizzo di questi trattamenti nella fibromialgia. L’idroterapia ha evidenziato un miglioramento significativo seppur limitato del dolore e della qualità di vita, senza peraltro evidenziare effetti benefici sui sintomi depressivi. La balneoterapia in acqua minerale e termale ha evidenziato simili risultati (Neumann J et al, Arthrtis res Ther 2014). Balneoterapia calda e idroterapia sono inserite nelle Linee Guida per il trattamento della fibromialgia delle maggiori società scientifiche del settore (EULAR, APS, AWMF). L’idroterapia/balneoterapia ha evidenziato inoltre potenziali benefici in altre patologie dolorose quali artrite reumatoide (Al-Qubaeissy KY et al, Musculoskeletal Care 2013), l’osteoartrosi (Lei C et al, Int J Surg. 2024) e il mal di schiena cronico (Ma J et al, BMC Musculoskelet Disord 2022). In tutte queste indicazioni, nuovi studi saranno necessari per confermare le attuali osservazioni.
Prof. Vittorio Schweiger
Università degli Studi di Verona
14 novembre 2024
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